Agenzia europea ambiente: programmi di prevenzione rifiuti

18 Gennaio 2016

L’Agenzia Europea per l’ambiente fa il punto sui programmi di prevenzione rifiuti dei singoli Stati e afferma che non è ancora possibile definire la reale efficacia delle misure previste

Ogni anno l’Agenzia Europea per l’ambiente (di seguito EEA) effettua il monitoraggio dei piani/ programmi nazionali di prevenzione rifiuti. Questo è il secondo rapporto sull’argomento, il primo è stato pubblicato nel 2014.

L’EEA prende in esame 27 programmi nazionali e regionali, valutando anche i piani dell’Islanda, del Lichtenstein e della Norvegia che non fanno parte dei 28 paesi membri dell’Unione Europea.

piani prevenzione rifiuti degli Stati

Come nel precedente report, l’EEA ha lavorato predisponendo un’analisi delle azioni di prevenzione volte a ridurre la produzione di rifiuti, comparando il campo di applicazione, gli obiettivi generali, gli indicatori e valutando il sistema di monitoraggio dei traguardi raggiunti.

L’analisi generale delle misure e degli strumenti adottati dai singoli paesi membri è poi corredata da una selezione di buone pratiche nazionali e regionali.

Alla fine del 2014, ci dice EAA nel suo rapporto, si contavano 27 programmi nazionali e regionali di prevenzione rifiuti in 24 paesi membri. Di questi, 17 sono veri e propri piani di prevenzione rifiuti, 10, invece, sono inseriti in programmi più vasti che riguardano la gestione dei rifiuti nel loro complesso.

Pochi gli elementi in comune, i programmi/piani di prevenzione rifiuti sono molto diversi l’uno dall’altro, per molti aspetti, vediamone alcuni.

Durata temporale, alcuni non indicano un arco di tempo per realizzare le misure contenute nel programma, altri prevedono durate ma diverse, come è possibile vedere nella tabella sottostante.

Coinvolgimento degli stakeholders. La maggior parte dei programmi di prevenzione evidenziano come elemento di successo la cooperazione con tutte le parti interessate e gli attori principali; tutti prevedono il coinvolgimento di questi soggetti ma in fasi diverse, taluni in quella della stesura attraverso gruppi di lavoro, consultazioni o incontri, alri in quella di realizzazione degli stessi programmi.

Rendicontazione dei risultati ottenuti. Ci sono Stati che prevedono una rendicontazione ogni 3-4 anni, altri ogni 6 , altri ancora la fissano in modo periodico ma senza indicare un lasso temporale preciso, altri non la indicano proprio.

Misure finanziarie. Pochissimi programmi le contengono, solo l’Irlanda ha previsto un piano di finanziamento dettagliato e con finanziamenti progressivi.

Tipologia di rifiuti oggetto di misure di prenvenzione. Tutti i programmi si interessano di rifiuti domestici e di rifiuti prodotti dai servizi pubblici; esaminando invece le specifiche categorie di rifiuti, come ben visibile nella tabella sottostante, nei programmi emerge una notevole varietà, troviamo: rifiuti da costruzione e demolizione, agricoli o da attività imprenditoriali private, sanitari, minerari o ancora rifiuti alimentari, da imballaggio e rifiuti elettrici ed elettronici.

Riduzioni quantitative di rifiuti. Non tutti i programmi indicano con chiarezza quale sia, in termini quantitatvi, la riduzione di rifiuti che intendono raggiungere.

Obiettivi generali. La maggiore parte dei programmi contengono l’obiettivo generale del disaccoppiamento della produzione di rifiuti dalla crescita economica, la previsione di un miglioramento dell’efficienza dei materiali e delle risorse e la riduzione dell’uso di materie prime. Solo alcuni prevedono anche altri obiettivi, come la previsione di ridurre le sostanze nocive nei materiali, la creazione di lavoro, lo sviluppo di nuovi modelli di business e/o cambiamenti di comportamento da parte dei cittadini.

Azioni di prevenzione. Anche per quanto riguarda le misure da attuare, i programmi prevedono una vasta gamma di ipotesi, alcuni si concentrano maggiormente su azioni nella fase di progettazione, produzione e distribuzione, altri, invece, su azioni che incidono nella fase di consumo e uso.

In conclusione possiamo dire che L’EEA, per il secondo anno consecutivo, sostiene nel suo rapporto che al momento non risulta possibile valutare la reale efficacia dei programmi di prevenzione rifiuti ed auspica che nelle prossime revisioni sia più facile acquisire informazioni sull’attuazione concreta dei programmi e sui risultati raggiunti nei singoli Paesi.

I Paesi europei potranno essere facilitati nel loro compito di gestione delle politiche sui rifiuti anche dal recente “pacchetto sull’economia circolare”, adottato dalla Commissione Europea, il 2 dicembre 2015, con lo scopo primario di consolidare il quadro generale di riferimento per le politiche in materia di gestione dei rifiuti ed efficienza delle risorse.

Waste prevention in Europe – the status in 2014

 

[FONTE: arpat news]