Compost: consigli pratici per l’acquisto e utilizzo

14 Settembre 2017

Poca differenza fra compost e digestato compostato, l’importante è la certificazione di qualità.

La desertificazione del suolo e quindi la perdita delle sue capacità produttive è uno dei principali problemi ambientali che affliggono i paesi del bacino del Mediterraneo. In particolare l’Italia si colloca seconda alla Spagna nella classifica delle nazioni europee più aride. E’ stato calcolato che il 30% del territorio italiano, in particolare la Sicilia, presenta caratteristiche tali da essere predisposto al rischio di desertificazione. La riduzione del contenuto di sostanza organica nel suolo è una delle principali cause che conducono alla desertificazione. Secondo uno studio condotto dalla Commissione europea (“Dismed – Desertification information system for the MEDiterranean”) l’Italia è una delle nazioni in cui il tenore di carbonio organico nel suolo è più basso, con ampie aree in cui il carbonio organico si attesta su valori compresi tra 1 e 2%.

La risposta più sostenibile al crescente impoverimento in sostanza organica del terreno è l’utilizzo del compost, ottenuto dal trattamento biologico del rifiuto organico, che ha la prerogativa principale di essere un fertilizzante organico rinnovabile e caratterizzato da un buon contenuto medio di carbonio organico (25-27% sul secco). Il suo utilizzo può quindi certamente dare un sensibile contributo per ripristinare il contenuto di sostanza organica nei suoli depauperati o semplicemente attenuare i fenomeni di perdita di carbonio organico. Solo nel 2015 sono state prodotte in Italia 1,76 milioni di tonnellate di compost ovvero sono state riportate al suolo, grazie all’impiego di ammendanti compostati per la fertilizzazione del terreno, circa 280mila tonnellate di carbonio organico.

Fertilizzare con il compost: vantaggi agronomici ed economici

Il reintegro della sostanza organica è solo uno dei benefici ambientali legati all’utilizzo del compost. L’impiego di questo fertilizzante organico contribuisce infatti anche ad apportare al suolo i principali elementi fertilizzanti, quali azoto, fosforo e potassio (NPK), oltre a migliorarne la capacità di trattenere l’acqua.

Il contenuto di elementi nutritivi nel compost è strettamente legato al tipo di ammendante compostato. In particolare:

  • l’Ammendante compostato verde (Acv) ha un titolo NPK 1,7:0,7:1,3, caratteristica che, unitamente ad una dotazione media di carbonio organico pari al 25,5% della SS e alla bassa salinità (23,3 meq/100 g Sostanza Secca), lo rendono idoneo soprattutto nel settore del florovivaismo in sostituzione delle torbe;
  • l’Ammendante compostato misto (Acm) e quello con fanghi (Acf), invece, hanno un buon contenuto medio sia di elementi fertilizzanti (titolo NPK 2,3:1,4:1,4) che di carbonio organico (26,4% SS) e trovano la loro principale applicazione nell’agricoltura in pieno campo, in aggiunta/integrazione dei concimi minerali, organici e letame.

I prezzi medi dell’Acm e Acf vanno dai 20 ai 30 euro/tonnellata, solitamente vengono forniti sfusi (Foto di apertura dell’articolo), in quanto le loro caratteristiche agronomiche (Tabella 1 e Tabella 2) li rendono adatti all’utilizzo in orticoltura e cerealicoltura, quindi vanno applicati direttamente ai campi. L’Acv invece, è utilizzato misto ad altri ammendanti in proporzioni che vanno dal 35 al 60%, solitamente per giardinaggio e florovivaismo, quindi viene venduto al dettaglio in sacchi, a prezzi che vanno da 0.11 a 0,15 euro/litro.  L’Acv per uso professionale vivaistico si fornisce in sacchi da mille litri, a prezzi compressi fra 40 e 60 euro.

Il compost di qualità

Come ogni altro prodotto, esistono diverse qualità di compost e anche diversi sistemi di gestione del controllo qualità. Il più diffuso in Italia è il Marchio Compost di Qualità del Cic (Consorzio italiano compostatori). Dal 2003 al 2016 oltre 2.700 campioni di compost sono stati prelevati ed analizzati nell’ambito del programma del Marchio Cic. Tutti i campioni sono stati prelevati da tecnici qualificati, formati ed incaricati dallo stesso Cic. I campioni sono stati analizzati da laboratori riconosciuti dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) come competenti per verificare la qualità dei fertilizzanti, così come previsto dal D.lgs 75/2010, il cui testo completo si può scaricare qui.

La Tabella 1 sintetizza i valori medi dei compost relativi al carbonio organico e agli elementi nutritivi utili alle colture agrarie. I valori medi sono stati ottenuti utilizzando i dati raccolti dal 2013 al 2016. Questo periodo è stato scelto sulla base del consolidamento, in questi anni, della quantità di ammendanti compostati a Marchio Cic prodotti da processi di digestione anaerobica seguiti da una fase di compostaggio, rendendo interessante sottolineare le peculiarità potenziali di questa “nuova” tipologia di compost. Per questo motivo, il compost misto è stato suddiviso in due categorie, a seconda che venga generato solo da processi di compostaggio (Acm-C) o da processi anaerobici-aerobici (Acm-Ad) integrati. Le analisi hanno riguardato 557 campioni di compost, distinguendo campioni di Ammendante compostato verde (Acv – 94 campioni), Acm-C (324 campioni) e Acm-Ad (139 campioni).

Tabella 1: valori medi, su un totale di 557 campioni, per Ammendante compostato verde, Ammendante compostato misto da processi di solo compostaggio, Ammendante compostato misto da processi integrati anaerobico-aerobico, anni 2013-2015

Si osserva che le differenze fra Acm-C e Acm-Ad sono minime, a conferma che, contrariamente a quanto affermano i “comitati no biogas”, il processo di digestione anaerobica non altera sostanzialmente la qualità agronomica del prodotto finale.
La Tabella 2 fornisce un confronto diretto fra l’utilizzo dei vari compost e la classica concimazione con letame bovino. Anche in questo caso si osserva che Acm e Acf sono del tutto comparabili al letame, mentre l’Acv è leggermente più “magro” di fosforo e potassio.

Tabella 2: Comparazione fra concimazione con letame e con compost.
Tratta da Compost per chi vuol bene alla terra

E’ importante sottolineare alcuni aspetti importanti che tutelano ulteriormente l’agricoltore che decide di acquistare compost con marchio di qualità:

  • Contrariamente alla percezione di certa fascia della popolazione, il compost non è un rifiuto da smaltire, bensì un prodotto risultante da un processo puramente biologico, che può essere a singolo stadio (compostaggio diretto delle biomasse) o a doppio stadio (digestione anerobica delle biomasse, seguita dal compostaggio del digestato). Come per qualsiasi prodotto, esistono diverse qualità – e di conseguenza anche diversi prezzi. Nella valutazione della qualità esiste sempre una tolleranza del 10% rispetto ai valori di legge, sia per la variabilità propria dei processi biologici che per la tolleranza di misura della strumentazione e metodi da laboratorio.
  • Le analisi fatte dal Cic non sono finalizzate a fornire all’impianto le caratteristiche di singoli lotti, ma a garantire (da parte di un organo indipendente) che il compost sia sempre conforme alla normativa.
  • Ciascun impianto è tenuto in ogni caso ad accompagnare ciascun lotto di compost in uscita con una analisi che ne rappresenti le caratteristiche.
  • Il superamento di un limite non implica che il lotto non vada bene, semplicemente fa scattare meccanismi di controllo per identificare e correggere le cause.
  • Il compost con certificazione di qualità può essere commercializzato come prodotto “consentito in agricoltura biologica” ai sensi del Reg. CEE 2092/91 e successive modifiche.

Dove procurarsi compost di qualità

Utilizzare compost come ammendante comporta riduzioni sostanziali dei costi colturali: minori costi di fertilizzanti chimici, minore consumo d’acqua irrigua, migliore lavorabilità del terreno, quindi minore consumo di gasolio e usura del trattore.
Il compost comporta anche benefici per l’ambiente – riduzione del dissesto idrogeologico e dell’erosione, carbonio sottratto all’atmosfera e immagazzinato nel suolo – e per l’economia italiana in generale, in quanto sostituisce le torbe importate.

La sua applicazione è sicura per le persone e per l’ambiente, in quanto gli impianti produttori sono controllati da enti e laboratori certificati. E’ preferibile procurarsi il compost da aziende che ne garantiscano la qualità. Si ricorda a tel fine che il compost prodotto da TB Spa è stato inserito, a partire da luglio 2017, nell’elenco del MIPAAF dei fertilizzanti ammessi nelle pratiche di agricoltura biologica.

 

[fonte dell’articolo: www.agronotizie.it]