Confindustria Toscana Nord boccia il nuovo piano rifiuti.

28 Aprile 2021

“Senza termovalorizzatori non si chiude il ciclo dell’economia circolare”

Cara Monia Monni, apprezziamo il suo impegno, ma così non va. Arrivano dalla Regione Toscana “posizioni irrazionali che non danno risposte”. E’ questa la reazione di Confindustria Toscana Nord dopo la presentazione della bozza del nuovo piano rifiuti pubblicato ieri sulla Nazione. “Gli obiettivi generali indicati dall’assessore Monia Monni sono condivisibili – commenta Fabia Romagnoli, delegata per la sostenibilità di Confindustria Toscana Nord -. Siamo d’accordo sulle linee strategiche”. Bene quindi ridurre la produzione di rifiuti ,”obiettivo più facilmente raggiungibile se a livello nazionale e regionale si supereranno ostacoli che complicano la gestione degli scarti di lavorazione e il loro riutilizzo”; bene anche incentivare il riuso “nei limiti del fattibile”; positivo che “si parta finalmente con il piano rifiuti, anche se la prospettiva di lavori di due anni è eccessiva”.

Il nodo impianti “però rimane e contribuisce a vanificare il lavoro dei tavoli settoriali. Giusto che i tavoli prevedessero una fase di studio preliminare: ma quei tavoli sono aperti da molti anni, ora più che da studiare c’è da decidere e da fare”. E Confindustria Toscana Nord rilancia la necessità del ricorso alla termovalorizzazione: “Allo stato attuale delle tecnologie, la soluzione termovalorizzazione è l’unica percorribile, in linea con i principi dell’economia circolare che prevede necessariamente anche il recupero di energia, per la parte di materia non recuperabile come tale. L’assessore dice di voler centrare gli obiettivi comunitari di riciclo di materia, ricordando che nel 2025 dovremo arrivare al 55% e nel 2030 al 60%. Ma anche se riusciremo a raggiungerli, cosa faremo della parte di materia che non potrà essere riciclata? Il tema degli impianti di smaltimento non può essere eluso. La nostra associazione ribadisce la disponibilità a collaborare con la Regione per promuovere l’economia circolare” sottolinea Romagnoli.

L’associazione imprenditoriale che raggruppa Prato, Pistoia, Lucca accende i riflettori sulla questione rifiuti partendo proprio dall’inchiesta della magistratura sullo stoccaggio illecito di rifiuti speciali. “Dalla vicenda di Santa Croce sarebbe dovuto arrivare alla Regione un ammonimento a rendere più lineare e trasparente il processo di smaltimento” sottolinea Confindustria Toscana Nord. “Niente può giustificare abusi e violazioni: tuttavia una situazione come quella della Toscana, dove gli impianti di smaltimento sono largamente insufficienti e i rifiuti delle attività industriali faticano a trovare spazio e devono ricorrere a intermediari non sempre affidabili, è un terreno di coltura ideale per comportamenti illeciti”.

Di fronte a questa situazione “la reazione più razionale dell’amministrazione regionale sarebbe dovuta essere: bisogna cambiare strada rapidamente; basta con l’immobilismo sull’impiantistica, insufficiente e basata sulle discariche; basta con i tir che portano i rifiuti in giro per l’Italia e all’estero; adeguiamoci ai dettami dell’economia circolare favorendo, dopo il massimo recupero possibile di materia, il recupero di energia; per i rifiuti industriali, alleiamoci con le imprese per realizzare impianti moderni di termovalorizzazione, che ci avvicinino agli standard europei e che risolvano anche il problema dello smaltimento dei rifiuti urbani. E’ accaduto il contrario”.

L’associazione confindustriale ricorda: l’assessore Monni, nell’intervista parla di addio ai termovalorizzatori “senza spiegare a quali impianti alternativi stia pensando”; “evoca i tavoli aperti con le associazioni di categoria ma non precisa che – almeno per quanto riguarda quelli su tessile, lapideo, carta e fanghi di depurazione nei quali è impegnata Confindustria Toscana Nord – dall’insediamento della nuova giunta regionale questi sono stati convocati a seconda dei casi una sola volta o nessuna”.


[fonte: La nazione]