Gestione rifiuti alimentari, business ancora inesplorato

7 Settembre 2016

A confermarlo è una ricerca di Frost & Sullivan la quale rileva che le politiche in atto in Europa e Nord America favoriranno lo sviluppo di nuove tecnologie in grado di recuperare in modo efficiente dagli scarti alimentari il cibo ancora integro.

Che i rifiuti siano un business non è una novità. Dallo smaltimento, alla raccolta differenziata, al riciclo, il giro d’affari è senza dubbio uno dei più proficui in assoluto specie negli ultimi decenni. Ma sono in particolare i rifiuti alimentari quella che in futuro potrebbero generare i maggiori profitti.

Non a caso, la loro gestione è diventata un tema di grande attualità soprattutto in seguito all’identificazione nel 2015 della riduzione dei rifiuti alimentari come target negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. I paesi di tutto il mondo, infatti, stanno mostrando sempre più interesse per questo segmento di mercato che sulla carta presenta enormi margini di crescita considerato l’attuale divario tra la quantità di rifiuti alimentari prodotti a livello globale e il numero di impianti di stoccaggio e riciclaggio operativi.

A confermarlo, ancora una volta, è una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata “Emerging Trends and Opportunities in Food Waste Management”, la quale rileva che le politiche per la riduzione dei rifiuti alimentari in Europa e Nord America e l’impostazione di obiettivi globali favoriscono molto lo sviluppo di tecnologie per la gestione dei rifiuti alimentari.

Oggi i metodi più popolari sono compostaggio e digestione anaerobica. Tuttavia, puntualizza la ricerca, non aiutano a recuperare dagli scarti alimentari il cibo ancora integro. Non solo, questi processi possono anche essere dispendiosi dal punto di vista energetico, riducendo così i benefici ambientali complessivi della gestione dei rifiuti alimentari.

“Attualmente, c’è domanda di tecnologie in grado di convertire il cibo non adatto al consumo umano in alimenti per animali”, afferma Lekshmy Ravi, analista del gruppo TechVision, che dà il nome anche al programma globale della società che identifica e valuta le più importanti tecnologie emergenti e rivoluzionarie con un potenziale di applicazione a breve termine. “Gli sviluppatori della tecnologia stanno contemporaneamente lavorando sul repackaging o la conversione degli scarti alimentari in cibo adatto al consumo umano usando soluzioni meno dispendiose dal punto di vista energetico e applicando nuovi modelli gestionali”, aggiunge Ravi.

In materia, ravvisa lo studio, c’è un gran numero di iniziative di ricerca e industriali per la conversione dei rifiuti alimentari in prodotti come plastica, succhi di frutta e ingredienti alimentari. Inoltre, le aziende innovative che si occupano di gestione dei rifiuti alimentari stanno cercando di convertire gli scarti alimentari in prodotti di valore come i carburanti liquidi.

Se da una parte gli sviluppatori tecnologici stanno cercando di eliminare le inefficienze della gestione dei rifiuti alimentari, è necessario anche stringere partnership strategiche lungo la catena di approvvigionamento. Queste sinergie possono aiutare a migliorare l’efficienza della gestione dei rifiuti alimentari e facilitare lo scambio di tecnologie e tecniche.

“Alla lunga, è probabile che le aziende adotteranno modelli che rendono possibile l’estrazione efficiente ed economica di prodotti di valore dagli scarti alimentari”, osserva Ravi. “Complessivamente, si prevede che le opportunità emergenti chiave saranno relative all’estrazione di ingredienti commestibili dai rifiuti alimentari, conversione dei frutti con forma irregolare in prodotti vendibili e conversione dei sottoprodotti della produzione alimentare”.

[repubblica.it]