Tari agriturismo, anche l’Anci chiede il cambio di passo ai Comuni

19 Giugno 2019

L’Anci evidenzia anche un ulteriore elemento circa l’eventuale compostaggio in loco della frazione organica dei rifiuti prodotti.

Dopo la sentenza del consiglio di Stato dello scorso febbraio, anche Anci attraverso la propria fondazione Ifel, riconosce la necessità di rivedere l’applicazione della tariffa dei rifiuti urbani per gli agriturismi. 

Ifel consiglia ai comuni di tenere conto della specificità dell’attività agrituristica, che ha come obiettivo primario quello di recupero del patrimonio edilizio rurale e di valutare la stagionalità dell’attività e la minor capacità ricettiva rispetto agli alberghi, legata al numero dei pasti e dei posti letto offerti.

“L’associazione dei Comuni italiani – commenta Lidia Castellucci, presidente di Coldiretti Arezzo – conferma la legittimità della nostra battaglia a favore della multifunzionalità agricola. Facciamo appello alle Amministrazioni comunali affinché rivedano la propria TARI, tenendo conto delle indicazioni trasmesse dalla fondazione che fa capo ad ANCI”.

La specificità degli agriturismi può essere integrata nel piano dei tributi seguendo diversi criteri. Coldiretti ne suggerisce tre. La prima ipotesi è l’abbattimento dell’aliquota mediante l’applicazione di una determinata percentuale, ad esempio 40-50-60%, che potrà essere determinata come rapporto tra il totale dei pasti annui somministrati dall’azienda agrituristica e la media regionale dei pasti annui somministrati dai ristoranti. Con questo criterio la riduzione avviene in maniera proporzionale per tutte le aziende. La seconda ipotesi è l’abbattimento della tassa con riduzioni a scaglioni sulla base dell’ammontare da versare, con una riduzione progressiva in base all’ammontare da pagare previsto. Terza ipotesi è l’abbattimento della tassa in misura percentuale rispetto all’estensione dell’immobile agrituristico.

“Rimaniamo aperti al confronto con gli Enti locali – dichiara il presidente – avendo chiaro l’obiettivo di sostenere aziende agricole multifunzionali che creano economia spesso in aree rurali e svantaggiate”.

L’Anci evidenzia anche un ulteriore elemento circa l’eventuale compostaggio in loco della frazione organica dei rifiuti prodotti. Si tratta di una prassi molto diffusa, che si associa spesso anche ad altre forme di riciclo tradizionali degli scarti di cucina. Un fattore non da poco, visto che la parte organica compone mediamente almeno il 40% dei rifiuti prodotti. 

“Noi siamo anche disponibili ad accogliere altre sfide da parte dei Comuni che vogliano raggiungere traguardi importanti nella sostenibilità ambientale – afferma Marco Masala, presidente di Terranostra Arezzo, associazione che promuove gli agriturismi Campagna Amica – possiamo cogliere l’obiettivo del plastic free oppure del riuso, riducendo ulteriormente la quantità dei rifiuti conferiti al servizio pubblico comunale. Sono buone pratiche perfettamente nelle corde di un imprenditore agrituristico. Per questo chiediamo alle Amministrazioni comunali di dare un segnale forte, puntando alla riduzione delle tariffe o all’abbattimento della TARI. Questa agevolazione può rappresentare un aiuto concreto per alzare l’asticella dei controlli e smascherare i falsi agriturismi”.

 

[fonte: http://www.arezzonotizie.it/economia/tari-agriturismo-anci.html]