Trattamento dei rifiuti organici: il position paper dei Medici per l’Ambiente

19 Marzo 2015

L’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia ha diffuso un position paper che riporta la posizione dell’associazione circa il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani FORSU, tema sensibile e delicato, non solo nell’ottica dello smaltimento dei rifiuti in generale, ma anche per le pratiche ricadute che comporta lo smaltimento di questa quota, che, con il suo 35% circa, rappresenta, tra l’altro, la quota parte di maggiore rilevanza dei rifiuti urbani.

Il documento è il risultato del lavoro congiunto e condiviso di quanti, nell’Associazione, si occupano ormai da anni di questi problemi e rappresenta la sistematizzazione delle argomentazioni illustrate dai rappresentanti ISDE in ambiti pubblici ed istituzionali. Nello specifico il testo, redatto da Agostino Di Ciaula, Patrizia Gentilini, Ferdinando Laghi, Gianni Tamino, Mauro Mocci, Vincenzo Migaleddu, analizza in modo approfondito le varie opzioni circa il trattamento biologico della FORSU partendo dal presupposto che anche questa frazione deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dalla UE (Direttiva2008/98/CE) e dalla constatazione che un suo incongruo smaltimento comporta potenziali problemi sanitari. Viceversa una corretta gestione può efficacemente contribuire al miglioramento della qualità dell’ambiente e contrastare, ad esempio, i processi di desertificazione, che interessano anche il nostro Paese.

Nel documento vengono esaminate, sulla base delle risultanze scientifiche più aggiornate e autorevoli, le possibili modalità di smaltimento della FORSU, evidenziandone positività e criticità. Si evidenzia come prevenzione (autocompostaggio) e riciclaggio/recupero di materia (identificabile unicamente con il compostaggio aerobico tradizionale) rappresentino le scelte prioritarie; la digestione anaerobica (DA), finalizzata al recupero di energia, è da considerarsi invece scelta di secondo livello rispetto al compostaggio tradizionale. Tutte le modalità di trattamento biologico della FORSU sono comunque da preferire allo smaltimento in discarica o all’incenerimento.

Sia il compostaggio che la digestione anaerobica possono tuttavia presentare criticità ambientali e sanitarie legate alla qualità del materiale in ingresso che, qualora non adeguata (in particolare per la presenza di batteri patogeni, elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici), può produrre contaminazione del suolo e della catena alimentare ed emissioni inquinanti in atmosfera. Questo si riduce drasticamente con la raccolta differenziata (in particolare porta a porta).

Il documento infine sottolinea come l’attuale politica degli incentivi stia determinando una distorsione delle priorità di trattamento della FORSU, favorendo impropriamente il recupero di energia (incenerimento e produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biomasse e biogas) a danno del recupero di materia, con incremento del rischio ambientale e sanitario per i territori limitrofi. ISDE auspica quindi che queste incentivazioni vengano eliminate, in quanto la maturità tecnologia raggiunta dalle fonti di energia rinnovabile prive di emissioni (eolico,fotovoltaico e idroelettrico) le porta ad essere già da oggi fonti di prima opzione per la produzione energetica.L’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia ha diffuso un position paper che riporta la posizione dell’associazione circa il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani FORSU, tema sensibile e delicato, non solo nell’ottica dello smaltimento dei rifiuti in generale, ma anche per le pratiche ricadute che comporta lo smaltimento di questa quota, che, con il suo 35% circa, rappresenta, tra l’altro, la quota parte di maggiore rilevanza dei rifiuti urbani.

Il documento è il risultato del lavoro congiunto e condiviso di quanti, nell’Associazione, si occupano ormai da anni di questi problemi e rappresenta la sistematizzazione delle argomentazioni illustrate dai rappresentanti ISDE in ambiti pubblici ed istituzionali. Nello specifico il testo, redatto da Agostino Di Ciaula, Patrizia Gentilini, Ferdinando Laghi, Gianni Tamino, Mauro Mocci, Vincenzo Migaleddu, analizza in modo approfondito le varie opzioni circa il trattamento biologico della FORSU partendo dal presupposto che anche questa frazione deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dalla UE (Direttiva2008/98/CE) e dalla constatazione che un suo incongruo smaltimento comporta potenziali problemi sanitari. Viceversa una corretta gestione può efficacemente contribuire al miglioramento della qualità dell’ambiente e contrastare, ad esempio, i processi di desertificazione, che interessano anche il nostro Paese.

Nel documento vengono esaminate, sulla base delle risultanze scientifiche più aggiornate e autorevoli, le possibili modalità di smaltimento della FORSU, evidenziandone positività e criticità. Si evidenzia come prevenzione (autocompostaggio) e riciclaggio/recupero di materia (identificabile unicamente con il compostaggio aerobico tradizionale) rappresentino le scelte prioritarie; la digestione anaerobica (DA), finalizzata al recupero di energia, è da considerarsi invece scelta di secondo livello rispetto al compostaggio tradizionale. Tutte le modalità di trattamento biologico della FORSU sono comunque da preferire allo smaltimento in discarica o all’incenerimento.

Sia il compostaggio che la digestione anaerobica possono tuttavia presentare criticità ambientali e sanitarie legate alla qualità del materiale in ingresso che, qualora non adeguata (in particolare per la presenza di batteri patogeni, elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici), può produrre contaminazione del suolo e della catena alimentare ed emissioni inquinanti in atmosfera. Questo si riduce drasticamente con la raccolta differenziata (in particolare porta a porta).

Il documento infine sottolinea come l’attuale politica degli incentivi stia determinando una distorsione delle priorità di trattamento della FORSU, favorendo impropriamente il recupero di energia (incenerimento e produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biomasse e biogas) a danno del recupero di materia, con incremento del rischio ambientale e sanitario per i territori limitrofi. ISDE auspica quindi che queste incentivazioni vengano eliminate, in quanto la maturità tecnologia raggiunta dalle fonti di energia rinnovabile prive di emissioni (eolico,fotovoltaico e idroelettrico) le porta ad essere già da oggi fonti di prima opzione per la produzione energetica.

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