Arriva “rimpiattino”, la versione italiana della doggy bag

17 Ottobre 2018

Fipe e Comieco hanno lanciato un’iniziativa su tutto il territorio nazionale per combattere lo spreco alimentare nei ristoranti, favorendo l’adozione dell’abitudine tutta inglese di portarsi a casa gli avanzi.

 

Chiunque sia stato in Inghilterra conosce il significato del termine “doggy bag” mentre questa espressione è del tutto sconosciuta a chi frequenta i ristoranti solo in Italia. Il motivo è semplice: da noi nessuno, per abitudine o per imbarazzo, chiede al ristoratore di impacchettare gli avanzi per portarseli a casa. Ciò che resta nel piatto finisce direttamente nella spazzatura: uno spreco non da poco in un momento in cui l’attenzione verso la sostenibilità è sempre più diffusa presso i consumatori. Le cose potrebbero però presto cambiare o almeno questa è la speranza di Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, che assieme a Comieco, il Consorzio nazionale per il recupero e riciclo di carta e cartone, ha lanciato un’iniziativa per diffondere la cultura della doggy bag anche in Italia.

Per prima cosa le due associazioni hanno lanciato un concorso per scegliere il sinonimo italiano dell’espressione inglese, scelta ricaduta su “rimpiattino”, proposta avanzata dal ristorante Duke’s di Roma; in secondo luogo hanno organizzato la distribuzione di “rimpiattini” in carta e cartone nei ristoranti che si trovano nel Belpaese. I primi 1000 riceveranno la fornitura nelle prossime settimane, mentre altri 30mila esercizi potenzialmente pronti ad aderire all’iniziativa potrebbero seguire poco dopo.

“Rimpiattino è a nostro parere una scelta che sintetizza perfettamente lo spirito di questa iniziativa e l’impegno messo in campo dal mondo della ristorazione contro lo spreco alimentare – afferma il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani – Non un vero e proprio neologismo ma un concetto che riporta alla cultura, tutta italiana, del “rimpiattare”, ovvero del saper rielaborare gli avanzi del giorno precedente perché il cibo non si spreca non solo per ragioni economiche ma per rispetto alla fatica ed al lavoro necessari per portarlo in tavola. Come immaginavamo i nostri ristoratori hanno saputo sorprenderci, mostrando inoltre, come testimoniano i nuovi dati dell’ufficio studi, una crescente sensibilità al tema dello spreco alimentare. Una sensibilità che da oggi, anche grazie alla promozione del rimpiattino, potrà diventare patrimonio comune”.

In occasione della presentazione dell’iniziativa “rimpiattino”, avvenuta il 10 ottobre scorso a Roma alla presenza del presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Filippo Gallinella, e della deputata Maria Chiara Gadda, membro della medesima Commissione e firmataria della legge 166/16, nata con lo scopo di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare, Fipe ha infatti illustrato un sondaggio, secondo il quale l’80% dei ristoratori considera il problema dello spreco di cibo nei loro esercizi “rilevante” (tra questi il 50,6% lo considera addirittura “molto rilevante”). Il 55% dei ristoratori rileva inoltre che spesso si spreca molto cibo al ristorante perché i clienti non mangiano tutto quello che hanno ordinato. E lo stesso problema si presenta con il vino. Secondo i gestori dei ristoranti, infine, i clienti non chiedono la doggy bag (o rimpiattino) principalmente per l’imbarazzo (55%), seguito dalla scomodità (19,5%) e dall’indifferenza (18,3%).

“La sensibilità nel mondo della ristorazione è cresciuta e con questa anche quella dei consumatori che, in modo proattivo, da una parte propongono e dall’altra chiedono sempre più con disinvoltura di portare a casa cibo o vino avanzati al ristorante – conclude Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco – Allargare l’adozione di questa buona pratica inizialmente diffusa nei ristoranti della zona Expo all’intero bacino nazionale di Fipe è un ulteriore passo avanti nella crescita di comportamenti responsabili e sostenibili: buone pratiche quotidiane come la raccolta differenziata e il riciclo di carta e cartone di cui Comieco è garante nazionale”.

 

[fonte: repubblica.it]