Raccolta differenziata dell’umido, in Italia aumenta del 9,5%

9 Novembre 2015

Dal recupero degli scarti organici in Italia si ottengono oltre 1,3 milioni di tonnellate all’anno di compost con un risparmio di 1,4 Mt di CO2 equivalenti rispetto all’invio in discarica. A sottolinearlo, in occasione di Ecomondo a Rimini, è il CIC-Consorzio Italiano Compositori che rilancia i dati di ISPRA per sottolineare vantaggi e opportunità di compost e biometano.

Nel 2014 in Italia sono state separate oltre 5,7 milioni di tonnellate di rifiuti organici, pari al 43% di tutta la raccolta differenziata del Paese, stabilendo un aumento della frazione umida del 9,5%. A rilanciare i numeri del composto italiano è il CIC – Consorzio Italiano Compostatori, che in occasione di Ecomondo 2015 a Rimini ha elaborato e commentato i dati dell’ultimo “Rapporto Rifiuti 2015” di ISPRA.

“Il quadro che emerge dal Rapporto è estremamente positivo” ha commentato il direttore del CIC, Massimo Centemero. “Più aumenta la raccolta dell’organico più i cittadini diventano consapevoli di quanto sia essenziale fare attenzione ad ogni minimo particolare per difendere l’ambiente. E la frazione organica, che è quasi la metà di tutti i rifiuti differenziati in Italia, è importantissima: da essa nasce il compost, un fertilizzante naturale, e da essa si può arrivare alla produzione di un prezioso derivato come il biometano per alimentare i veicoli”. Proprio per sottolineare questo aspetto e il legame tra compost e biometano, il CIC ha portato ad Ecomondo la DeLorean DMC-12, il modello di auto che nel secondo episodio della trilogia di Ritorno al Futuro viene viene alimentato, per viaggiare nel tempo, proprio con rifiuti alimentari. “Quella che tre decenni fa era solo finzione cinematografica oggi è diventata realtà grazie al biometano per autotrazione prodotto da scarti organici”, ha spiegato Centemero.

L’Italia conta attualmente 240 impianti di compostaggio e 43 di digestione anaerobica, che permettono di ottenere 1.326.000 tonnellate all’anno di compost, di cui 334mila tonnellate di ammendante compostato verde, utilizzabile nel florovivaismo per sostituire le torbe d’importazione, 149mila tonnellate di ammendante compostato con fanghi e 843mila di ammendante compostato misto, entrambi tradizionalmente impiegati in agricoltura come fertilizzazione complementare ai concimi minerali.

Il compost svolge una funzione, oltre che agronomica, anche ecologica. Il suo impiego permette di migliorare la qualità del terreno, consentendo di conservarne nel lungo periodo la fertilità, il suo stato strutturale, la capacità di assorbire e rilasciare acqua e di trattenere gli elementi nutritivi in forma facilmente assimilabile da parte della pianta, promuovendo tutte le attività biologiche del suolo.

Nella “Piazza del compost” allestita ad Ecomondo, il CIC ha spiegato come l’utilizzo del compost permetta non soltanto di migliorare la qualità del terreno, consentendo di conservarne nel lungo periodo la fertilità, ma anche di evitare l’impiego di altri prodotti, a volte importati dall’estero, con vantaggi anche in termini economici: si stima un minor costo complessivo per l’approvvigionamento di torbe e concimi minerali di circa 25-30 milioni di €.

Inoltre, dal punto di vista ambientale, il compost gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni: secondo i calcoli, raccogliere l’umido e trasformarlo in fertilizzante permette di risparmiare 1,4 Mt di CO2 equivalente/anno rispetto all’invio in discarica. “Nell’ipotesi di un target europeo di un dimezzamento delle emissioni al 2030 – ha concluso Massimo Centemero, direttore del CIC – si tradurrebbe per l’Italia in una riduzione di 100 Mt CO2 eq in sedici anni a un ritmo di circa 6 Mt in meno ogni anno. Il contributo della raccolta e del trattamento dell’organico è quindi molto significativo (18%) in termini emissioni evitate”.

[lastampa.it]