Il compost, ecco gli eco-consigli per far bene alla terra

16 Settembre 2016

 

Il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) sottolinea il ruolo del compost nell’economia circolare e svela le regole giuste per una buona raccolta differenziata dell’umido.

Prendersi cura della terra, a partire dai propri scarti, ci invita il Consorzio Italiano Compostatori (CIC). “Trasformare gli scarti organici in compost è uno dei modi per contribuire significativamente all’uso sostenibile delle risorse”, ha sottolineato Massimo Centemero, direttore del CIC, ricordando che l’Italia è leader in Europa nel compostaggio. “In questo settore, il nostro Paese applica in pieno i principi della Circular Economy, cioè studiare i modelli della natura per applicarli alle attività umane”.

Ed è proprio quello che si fa con la raccolta dell’organico e con gli impianti di compostaggio , che permettono a scarti organici e a materiali biodegradabili di tornare alla terra sotto forma di compost, fertilizzante e ammendante di origine naturale che permette di nutrire la terra in maniera sana ed ecosostenibile. Il compost, spiega il CIC, serve a reintegrare nel terreno la sostanza organica (carbonio) e i principali elementi nutritivi (azoto, fosforo, potassio), nonché ad aumentarne la porosità rendendolo più lavorabile. Rende dunque il terreno più fertile e allo stesso tempo permette di ridurre l’impiego di risorse non rinnovabili utilizzate per produrre fertilizzanti chimici e la quantità di scarti organici da smaltire. In particolare, in questo periodo dell’anno nella preparazione dell’orto, nella semina dei tappeti erbosi, nel trapianti di pomodori, zucchine ed altri ortaggi il compost è un ottimo fertilizzante organico. È inoltre un ottimo substrato di crescita sia per piante da orto che ornamentali: basta creare una miscela di compost (50%) e torba o terriccio che avanza da vasi vecchi, sufficiente a riempire il vaso. Il compost può essere impiegato anche come fertilizzante per piantare alberi e arbusti e risulta infine adatto per la pacciamatura: permette il controllo della crescita delle erbe infestanti, favorisce il mantenimento di una giusta umidità del terreno e il reintegro di sostanza organica.

Per svolgere il ruolo di fertilizzante, il compost deve però essere ben fatto: anche per questo dal 2003 è attivo un programma di verifica volontaria della qualità del compost, realizzato dal Consorzio Italiano Compostatori. L’obiettivo del Marchio è di rendere identificabili i Prodotti che rispondo a requisiti di qualità fissati: in questo modo, il Marchio fornisce al produttore un valore aggiunto per l’ammendante compostato, e inoltre trasparenza, affidabilità e qualità del compost agli utilizzatori finali.

Anche gli scarti organici in questo processo hanno la loro parte : per fare un buon compost è infatti necessario che le materie prime siano scarti, residui ed avanzi di ogni tipo organico biodegradabile, ovvero aggredibili dai microrganismi. Vanno invece evitati i rifiuti non biodegradabili, o contaminati da sostanze pericolose, tossiche o nocive. Vetro, plastica, carta, barattoli di latta o alluminio, seguono la strada della raccolta differenziata. Scarti di frutta e verdura, scarti vegetali del piatto crudi e cotti sono molto invece indicati e rappresentano la base per un ottimo compost. Anche le foglie possono essere gettate nell’organico per avviarle alla trasformazione, così come gli scarti vegetali di orti, parchi e giardini sono ottimi per il compostaggio. Scarti di legname trattato o verniciato non sono invece idonei al compostaggio.

Persino il sughero è un materiale naturale e biodegradabile e che può essere avviato al compostaggio : meglio quindi preferire vini confezionati con tappi in materiale naturale come il sughero a quelli realizzati in plastica. Diventano compost anche i resti di cibo secco degli animali domestici, nonché i fiori appassiti o morti possono rientrare nel processo di compostaggio, tornando così alla terra, e contribuire a nuove fioriture. Nella raccolta dell’organico, ricorda il CIC, possono essere gettati carta usata, come quella dei fazzolettini e dei tovaglioli. Infine, tornando dalla spesa, si avrà sempre per le mani lo shopper monouso in materiali vegetali che, per legge, ha sostituito le buste di plastica tradizionale: questo shopper è compostabile solo se è evidenziata la dicitura “compostabile” e può essere utilizzato proprio come sacchetto per conferire i rifiuti umidi. Sugli scaffali del supermercato, infine, sono sempre più i prodotti con confezioni in amido di mais biodegradabili al 100%. Meglio quindi leggere con attenzione etichette e confezioni per accertarsi di acquistare prodotti che possono tornare alla terra senza causare inquinamento e aumento dei rifiuti.

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